Autonomia AIA, si può fare: lo studio che conferma la fattibilità

Un colonnino su “La Stampa”, ripreso da diverse testate on line, e il tema dell’autonomia per l’Associazione Italiana Arbitri irrompe nel dibattito della politica del pallone, trovando nei club una sponda utile in un percorso che potrebbe rivoluzionare il mondo delle giacchette nere, e non solo. Tutto parte da uno studio affidato nel 2022 dall’allora presidente Trentalange e dal vice Baglioni ripreso dal quotidiano torinese che mette nero su bianco una verità: l’AIA può camminare con le proprie gambe, nell’alveo della Federazione ma con un ruolo autonomo al pari delle altre componenti.

Autonomia AIA: lo studio

L’AIA, pur rimanendo una componente federale all’interno della FIGC, come la Lega Serie A e l’Associazione Italiana Calciatori, ha il potenziale di raggiungere l’autonomia giuridica, amministrativa e finanziaria. Uno studio commissionato ad Harpalis, un network di oltre 25 studi professionali sparsi su tutto il territorio nazionale, ha confermato che l’ordinamento sportivo permette questa flessibilità. Harpalis, con la regia dell’ ad Luca Parenti sotto la guida del Prof. Sergio Menchini dell’Università degli Studi di Pisa, ha concluso che non ci sono barriere normative che impediscono all’AIA di gestire autonomamente i suoi flussi finanziari, inclusi quelli derivanti da sponsorizzazioni, partecipazioni internazionali e diritti d’immagine dei tesserati.

Vantaggi tangibili dell’autonomia

La gestione indipendente delle risorse potrebbe offrire all’AIA non solo una maggiore libertà operativa, ma anche un miglioramento nella percezione di terzietà e trasparenza. Questa autonomia potrebbe rivoluzionare il modo in cui gli arbitri sono remunerati, passando da rimborsi spese a contratti stipulati direttamente dall’AIA, che potrebbe anche gestire in maniera autonoma le questioni relative all’assistenza sanitaria e previdenziale dei suoi membri.

Passi verso la realizzazione

Il cammino verso l’autonomia AIA è già ben delineato, con la proposta di trasformazione delle sezioni territoriali in Associazioni Sportive Dilettantistiche per allinearsi al nuovo statuto. Questo cambiamento enfatizzerebbe ulteriormente la professionalità e l’indipendenza dell’AIA da influenze esterne, rafforzando il suo ruolo e la sua immagine agli occhi del pubblico e dei suoi stessi membri.

Il ruolo della comunità arbitrale

Per realizzare pienamente questa visione, è necessaria la volontà collettiva dei membri dell’AIA e l’apertura di un dialogo costruttivo con la FIGC e le leghe professionali. L’autonomia degli arbitri sarà al centro dell’attenzione e delle discussioni interne, specialmente in vista delle prossime elezioni presidenziali dell’AIA. L ‘autonomia AIA non è solo una questione di indipendenza finanziaria o amministrativa, ma una vera e propria rivoluzione culturale che promette di portare integrità e professionalità a nuovi livelli nel calcio italiano.