Questo scorcio di stagione, tra il finale di campionato appena concluso e la marcia di avvicinamento al campionato europeo, si sta rivelando decisamente ostico per il presidente FIGC, Gabriele Gravina.
Già le indagini a suo carico per autoriciclaggio relative alla compra-vendita di libri antichi ad opera della procura di Roma sono di per se un grattacapo non da poco, il decreto del governo prima, che toglie alla Federazione il controllo economico-finanziario dei club (questione Covisoc), la sospensione da parte della FIGC della norma anti-Superlega, dopo la sentenza della Corte Europea e, come se non bastasse, gli arbitri che avanzano una controproposta sul tema delle elezioni del presidente dell’AIA, a seguito dell’entrata a gamba tesa dello stesso Gravina sul tema, sventolando la bandiera dei nuovi “Principi Informatori” del CONI, definiscono con un tratto evidente il momento di difficoltà del presidente federale.
La Commissione sui Conti delle Società: Il Nuovo Sceriffo in Città
Il fronte governativo: con una mossa piuttosto decisa, il ministro Abodi (con l’approvazione di Giorgetti) ha deciso di creare una Commissione indipendente per sorvegliare i conti delle società sportive professionistiche di calcio e basket. Addio Covisoc, benvenuta indipendenza?
Questa Commissione, composta da sette membri tra cui il presidente dell’INPS e il direttore dell’Agenzia delle Entrate, sarà l’arbitro finale sulla sostenibilità finanziaria dei club. Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha assicurato che l’autonomia dello sport rimane intatta. Assordante, sul tema, il silenzio di Gravina.
Superlega: Laisser Faire, Laisser Passer!
E mentre Gravina provava a parare il primo colpo, ecco arrivare il secondo: la sospensione della norma anti-Superlega. Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, i club possono ora partecipare a competizioni non riconosciute da FIFA e UEFA. La norma sospesa dalla FIGC obbligava i club a confermare il loro impegno a partecipare esclusivamente a competizioni UEFA e FIFA, pena l’esclusione dai campionati e dalle competizioni europee. Un’altra vittoria per i club ribelli, una sconfitta per Gravina, che aveva lottato strenuamente contro questa possibilità (anche in veste di vicepresidente UEFA).
Arbitri Ribelli: La Controproposta al Suffragio Universale
E ora, ciliegina sulla torta, arriva la controproposta in tema di elezioni degli arbitri italiani. Dopo aver congelato la competizione elettorale, Gravina aveva provato il blitz sulla legge elettorale proponendo il suffragio universale.
Il risultato è stato il ricompattamento della classe arbitrale la quale, dopo aver acquisito l’autorevole parere della commissione esperti legali presieduta dall’Avv. Valerio Di Stasio, presenterà alla FIGC una controproposta che esclude il suffragio universale, confermando invece il sistema dei “grandi elettori”.
Altre Tempeste all’Orizzonte
E non è finita qui. All’orizzonte si profilano altre due potenziali sconfitte per la FIGC: l’autonomia delle leghe di Serie A e Serie B, richiesta con forza dalle stesse società anche nella recente audizione tenuta in Senato, e della classe arbitrale.
Proprio questo tema, portato avanti già ai tempi della presidenza AIA di Alfredo Trentalange e rimesso in moto dalla minoranza del Comitato Nazionale AIA, si sta riscaldando sempre più anche per le accorate richieste da parte dei presidenti Casini e Balata che supportano convintamente il progetto.
Il Calcio Incapace di Riformarsi
In questo quadro, una cosa appare chiara: il calcio italiano non riesce proprio a riformarsi da solo. L’intervento della politica sembra essere diventato indispensabile per colmare un’incapacità endemica e forse cronica. L’istituzione di una Commissione indipendente per garantire la trasparenza finanziaria, le sentenze giuridiche per regolamentare le partecipazioni alle competizioni internazionali e ora anche le controproposte degli arbitri, evidenziano la necessità di una profonda riflessione sul sistema calcio. Il calcio italiano, insomma, sembra incapace di mantenere l’ordine senza l’intervento della politica, sollevando seri dubbi sulla sua capacità di innovarsi e affrontare le sfide moderne.