“Gli arbitri non ci devono rimettere un centesimo”, queste le parole del presidente AIA Carlo Pacifici durante uno degli ultimi Comitati nazionali. La realtà, purtroppo, smentisce il massimo dirigente arbitrale: le giacchette nere, dalla serie C in giù, affogano tra centinaia o migliaia di euro anticipati e ancora non riavuti. Molti sono costretti a sospendere la propria attività, altri sono costretti a chiederli in prestito ai propri dirigenti sezionali.
L’arbitraggio dovrebbe essere uno sport, una passione per tutti, indipendentemente dal ceto sociale, dal lavoro svolto, dal conto in banca. Quest’anno, invece, complici il caro vita e i rincari, per migliaia di ragazzi questa passione sta diventando un hobby sempre più dispendioso e sempre più elitario. Come molti lettori sapranno, i direttori di gara per andare ad arbitrare anticipano gran parte delle spese. La benzina, il pedaggio, i traghetti, i pranzi e tanto altro ancora. Spetta poi all’Associazione e alla Federazione rimborsare queste spese. Quest’anno, però, dall’inizio della stagione, 1° di luglio, i primi e pochi rimborsi sono arrivati solamente a fine dicembre per gli arbitri di serie D, a febbraio per gli arbitri di serie C. Ben quattro e sei mesi di ritardo.
A fine 2023, il Vicesegretario, nonché responsabile amministrativo, dell’AIA annunciava al Comitato nazionale che, al 21 dicembre, erano inevasi ben 16 mila rimborsi e che, lavorandone 400 al giorno, sarebbero stati necessari 40 giorni lavorativi per evaderne tutti. Facendo un conto rapido, tenendo conto che vi sono circa 20 giorni lavorativi al mese, sarebbero serviti almeno due mesi per liquidare tutto il lavoro pregresso. Per riavere tutti i soldi anticipati, quindi, gli arbitri avrebbero dovuto aspettare fine febbraio. Peccato però, che, nel mentre, i campionati sarebbero andati avanti, le giacchette nere avrebbero continuato a viaggiare e a spendere e il numero di rimborsi sarebbe se non aumentato, almeno rimasto costante.
Tutto questo ha creato situazioni di estrema difficoltà per diversi arbitri, soprattutto nazionali. Alcuni di questi, trovandosi con anche migliaia di euro da riavere, non sapendo più come affrontare le spese, hanno deciso di prendere congedo, di non arbitrare quindi per qualche tempo. Per altri direttori di gara, invece, è andata meglio. Da quello che si racconta nell’ambiente, i presidenti, i consiglieri e altri associati delle sezioni dei colleghi in difficoltà, si sono auto tassati per prestare direttamente i soldi agli arbitri e agli assistenti per fargli continuare la propria attività.Un discorso diverso riguarda i rimborsi delle categorie fino all’Eccellenza. Questi sono predeterminati, non vi sono spese da rendicontare oltre al fisso già predeterminato, come per i nazionali. Al momento della designazione, un arbitro sa quanto riceverà e la Federazione e l’AIA sanno quanto dovranno versare sul conto dell’associato. In questo caso, quindi, una volta che il lunedì si ha la certezza che la gara è stata giocata normalmente, quel rimborso potrebbe già essere erogato. L’ufficio apposito potrebbe già emettere i bonifici il giorno successivo alla partita e il mercoledì gli associati potrebbero ricevere già il rimborso sul conto. Ma tutto ciò non avviene. Ad oggi, metà febbraio, gli arbitri di queste categorie hanno ricevuto i rimborsi per le gare che si sono tenute fino al 21 di novembre. Ben due mesi e mezzo di ritardo. Invece di 3 giorni per erogare i rimborsi attualmente sono necessari quasi 3 mesi.
Ecco spiegato uno dei motivi per il quale si sta registrando lo scontro tra “indipendentisti” e “federalisti”. Secondo i primi, infatti, il problema del ritardo dell’erogazione dei rimborsi e dell’entità non sufficiente di questi ultimi si può risolvere solamente con un’associazione finalmente libera di decidere del proprio destino, autonoma nella gestione delle proprie risorse e nel poter ricercare fondi in tutti gli ambiti possibili come, ad esempio, nuovi sponsor. Istanze non ascoltate dall’attuale presidente e vicepresidente dell’Aia che vogliono continuare a mantenere un cordone ombelicale con la Federazione. Questo scontro non sembra trovare una soluzione e solo le elezioni di Ottobre potranno determinare quale fazione la spunterà.