Convocati con scadenza bruciante (la sera precedente) i presidenti delle 206 sezioni italiane e dei 20 comitati regionali e provinciali per una videocall, come riporta il sito web AIA, dal presidente Carlo Pacifici il quale “ha voluto un incontro per fare il punto sull’andamento dei numerosi progetti sui quali si sta lavorando e quelli in fase di avvio”.
Legittimo, l’incontro e il confronto (a maggior ragione in un momento piuttosto complesso come quello attuale) sono sempre lodevoli ed espressione di democrazia e ascolto se non fosse che, come riportato in alcune chat dai presenti, la parte relativa al confronto non c’è stata. Va da sé, neppure quella dell’ascolto, se non della sola voce di Pacifici. Un monologo.
La stessa notizia dal sito dell’associazione presenta l’elenco, a dir poco sintetico (quasi da telegramma), degli argomenti trattati (rimborsi e adeguamenti, violenza, sponsor, doppio tesseramento): tutto bene, tutto in evoluzione, tutto in via di normalizzazione (anche gli oltre diecimila rimborsi da erogare?). Inoltre, presente un cenno alla conferenza stampa tenuta con il Responsabile della CAN Gianluca Rocchi, le cui dichiarazioni (silenzio di 12 ore sugli arbitri dopo le partita) hanno suscitato un vespaio e qualche sorriso non proprio benevolo.
Tutto bene, dunque? Manca il materiale per i nuovi arbitri.
Nel sottobosco del web frequentato dagli associati, il tema delle divise è praticamente “trending topic” fin dalla sottoscrizione (3 Agosto 2023) dell’accordo tra la FIGC (il cui sponsor tecnico però è Adidas) e Givova, quest’ultima andata a sostituire Legea.
Sorvolando sull’aspetto estetico e qualitativo del materiale, diversi presidenti di sezione avrebbero esposto il problema relativo agli arbitri che hanno appena finito il corso ( i c.d. “neo-immessi”) e non sono destinatari del materiale tecnico previsto dalla sponsorizzazione. Non sarebbe una beffa non avere messo in preventivo i nuovi arbitri?
A domanda rivolta da alcuni presidenti sezionali ai rispettivi presidenti regionali, la risposta sarebbe stata “Dite ai nuovi di comprarsele o le sezioni le acquistino da sé”.
Il contratto triennale Givova-FIGC (ben analizzato dal blog storiesport.it) prevede una somma di 2 milioni (quanti destinati all’AIA?) e materiale (praticamente la divisa da gara) per un controvalore massimo annuale di 6 milioni.
Per ulteriori forniture agli associati è riconosciuto uno sconto del 50% e royalty concesse (2% per il primo anno, 5% nel secondo, 7% nel terzo) alla FIGC sulle vendite: sarà forse per questo che il vicepresidente Zaroli ha spinto i presidenti sezionali, durante l’ultimo Comitato Centrale (25 Novembre 2023), ad acquistare materiale Givova, presentando un elenco con il dettaglio particolareggiato di quali sezioni avessero già provveduto all’acquisto? A che titolo? 6 milioni di fornitura non sono bastate?
Off the record, pare che ad alcuni presidenti sia stato suggerito il metodo “pane, amore e fantasia”: mettere il nastro sulle vecchie divise per coprire il logo del vecchio sponsor. Soluzione all’italiana per la base ma non per gli arbitri di A e B che usano disinvoltamente materiale, in particolare gli scarpini, di aziende concorrenti (chi ricorda Maresca in Bari-Palermo?).
Perché non acquista l’AIA il materiale mancante?
Perché non provvede direttamente l’AIA all’acquisto del materiale mancante? Tra l’altro a favore dei nuovi associati per i quali, siamo sicuri, sarebbe una motivazione enorme in tempi di forte crisi di reclutamento.
Presto detto: il bilancio AIA è già piuttosto incerottato. Anche da qui partono le richieste emerse durante il Comitato Nazionale Straordinario del 29 Dicembre al presidente Pacifici, per capire se e come le risorse percepite dagli accordi di sponsorship (con Givova ci sono anche Tigotà e Netinsurance) siano state destinate alla base oppure no. In questo caso, se ascolto c’è stato, delle risposte (a quasi un mese di distanza) ancora non c’è traccia.
OpenVar su DAZN: c’è un accordo? E chi lo ha sottoscritto?
Quello delle risorse, in particolare nel mondo del calcio cha ha interessi miliardari, da destinare agli arbitri è sicuramente un tema. Che non riguarda solamente le divise. La formazione dei fischietti, per esempio, che tocca tutti i livelli.
A Pacifici è stato fatto presente che se il budget è limitato (tanto da annullare i raduni tecnici della CAN C e della CAN 5 ELITE, i luoghi deputati alla formazione degli arbitri) allora l’occasione di OpenVar, l’appuntamento settimanale su DAZN con le spiegazioni di alcune decisioni arbitrali, potrebbe essere una ghiotta occasione di monetizzazione.
Ma, chiedono i 4 riformisti di minoranza, a Pacifici: c’è un accordo AIA-DAZN? O, visto la sostanziale inconsistenza contrattuale dell’AIA (vedi Givova), un accordo FIGC-DAZN? Sono previsti accordi commerciali che fruttano risorse da destinare alla base? Rocchi, Trefoloni, Gervasoni o chi per loro, hanno dei rimborsi per la loro presenza?
Si può creare una trasmissione (streaming o tv che sia) che mette gli arbitri al centro senza che metà dei rappresentati eletti (darne conto pubblicamente sarebbe stato il top, ma tant’è) sappia i termini dell’accordo?
Se l’utilizzo del VAR può (o dovrebbe) avere dei ritorni economici, come succede a qualsiasi soggetto che offre la propria professionalità sui media, da poter destinare alla formazione della classe arbitrale (praticamente ogni giorno c’è un presidente/dirigente/allenatore che ne lamenta la scarsezza), partendo soprattutto dai più giovani, che fine ha fatto l’idea lanciata in campagna elettorale di venderne gli audio?
Domande e riflessioni, al momento rinviate alla prossima call.