Sarà l’aria di fine anno, o forse l’aria tradizionalmente carica di motivazione del nuovo anno in arrivo, ma qualcosa di sostanziale si sta muovendo all’ultimo piano dell’Associazione Italiana Arbitri.
La notizia certa è che il 29 Dicembre si è svolta una riunione straordinaria del Comitato Nazionale, il governo dell’associazione presieduto da Carlo Pacifici, che fa seguito alla convocazione ordinaria della settimana precedente.
Una convocazione straordinaria, indetta da quattro componenti del Comitato Nazionale, a due giorni dalla chiusura dell’anno, appena una settimana dopo l’ultima riunione.
Cosa bolle in pentola tra le giacchette nere dell’AIA?
Diversi osservatori del mondo del pallone attraverso le piattaforme social hanno già anticipato alcuni retroscena secondo i quali proprio nel Comitato Nazionale (CN) convivano, a quanto pare in maniera sempre più animata, due correnti.
È bene ricordare che il CN è composto da 9 membri ed è presieduto da Carlo Pacifici, succeduto ad Alfredo Trentalange che nel Febbraio 2021 venne eletto insieme a quasi tutti gli odierni componenti del CN (tra i quali anche lo stesso Pacifici) e che proprio l’attuale presidente, nel suo programma elettorale, si richiamava fortemente al programma innovatore di Trentalange stesso. Quello stesso programma votato dall’86% degli aventi diritto al voto.
Cosa è successo nel frattempo? Come mai tra i componenti di una stessa corrente ieri, oggi volano gli stracci?
In sostanza è presente una corrente conservatrice più incline alla status quo e una caratterizzata da un’anima più riformatrice che, secondo alcuni rumors sempre più insistenti, sta battendo i pugni sul tavolo su alcuni temi che stanno diventando veri e propri spartiacque.
Quali? Da quello che si può apprendere leggendo tra le righe di diverse fonti (forum, social e siti di informazione specializzati nella “politica del pallone”) i punti controversi riguarderebbero:
- i rimborsi per gli arbitri, fermi al palo e soggetti a un intricatissimo (e, allo stato dei fatti, inefficiente) sistema di distribuzione;
- il tema della violenza sugli arbitri, a tutti i livelli;
- la Riforma dello Sport che coinvolge la base dell’associazione, cioè le singole sezioni territoriali verso una nuova forma di entità sportiva;
Rimborsi Arbitrali: gare a rischio?
Nel 2022, secondo il report del calcio pubblicato dalla FIGC, sono state giocate oltre 480 mila partite tra campionati dilettanti (quasi170.000), giovanili (310.000) e professionistici (3000). E queste partite vanno arbitrate erogando i giusti rimborsi a chi poi va in campo (magari sotto una pioggia di insulti, minacce e non di rado violenza).
In alcuni forum dedicati al mondo arbitrale circola un numero variabile da fonte a fonte ma comunque sempre impressionante: pare ci siano tra i 12 e i 15000 rimborsi ancora fermi. Materialmente vuol dire che un arbitro, dal neo-arbitro che va in periferia all’arbitro che dirige in LND o Lega Pro, sostiene spese che gli verranno rimborsate a data da destinarsi.
Alcuni casi eclatanti, non verificati ma attendibili, raccontano di arbitri che avanzerebbero (di fatto finanziandodi propria tasca la struttura) dagli organi competenti diverse migliaia di euro.
L’ala riformatrice del Comitato Nazionale pare stia portando avanti una battaglia piuttosto forte nei toni per sottolineare che non solo non è accettabile ma nemmeno sostenibile una situazione di questo tipo.
L’umore nelle varie chat sul tema è piuttosto basso e spesso la “mortalità associativa” dei nuovi arbitri, a fronte di un incremento delle iscrizioni grazie anche a provvedimenti come il doppio-tesseramento, è dovuta anche a questo fattore di forte incertezza verso i propri associati.
C’è anche il tema quantitativo dei rimborsi: l’adeguamento chiesto (non è noto ai più ma l’AIA non ha autonomia patrimoniale per cui tutta la gestione finanziaria ed economica passa dalla FIGC) da 0,21 a 0,35 € al chilometro (perorato in FIGC dalla precedente governance arbitrale) sembra oggi quasi irrisorio rispetto ai dati dell’inflazione.
Insomma il tema è decisivo e divisivo: la Federazione riesce a rispettare gli impegni con gli associati AIA oppure, a fronte di un numero decrescente di arbitri e crescente di partite, l’AIA dovrà scegliere quali di queste potranno essere arbitrate o no?
Contrasto alla violenza sugli arbitri: dai primi 90 giorni a oggi.
Quello sulla violenza agli arbitri è un tasto certamente sensibile e un nervo scoperto per l’attuale governance arbitrale. Il tema è molto sentito perché coinvolge, come la cronaca tristemente ci ricorda, arbitri giovani (la cosiddetta base) nei campi di tutta Italia da nord a sud.
Proprio Pacifici, nel suo manifesto elettorale (ne riportiamo qui sotto l’estratto dal video originale) diceva che nei primi 90 giorni avrebbe aperto “canali di comunicazione con il CONI, il Ministero degli Interni e tutte le componenti federali, perché questo fenomeno va debellato”.
Ora, se tutti questi canali sono aperti, e non esiste motivo di dubitarne, non si vedono però, ad oggi (257 giorni dopo l’elezione) risultati concreti.
Lo conferma lo stesso sito del’AIA che pubblica lo studio redatto dalla Commissione Contrasto alla Violenza, presieduta peraltro da Alfredo Trentalange, che certifica l’aumento degli episodi di violenza rispetto alla passata stagione sportiva.
Sempre dal sito AIA le dichiarazioni del vice presidente, Alberto Zaroli (già facente parte del Comitato Nazionale con i Presidenti Nicchi, Trentalange e ora con Pacifici): “Il Presidente Carlo Pacifici è quotidianamente impegnato in prima persona ed ha attribuito una seconda delega specifica in Comitato Nazionale al Componente Stefano Archinà”( anche lui vanta ben tre mandati elettorali con tre diversi Presidenti).
Quindi altre due deleghe che rischiano di accavallarsi con il lavoro già avviato della commissione già in essere?
@deport1vamenteBODYCAM PER ARBITRI ⚽ La bodycam per arbitri di calcio è uno strumento che già è stato sperimentato dall’ #AIA, l’Associazione Italiana Arbitri, durante il torneo internazionale di calcio organizzato da @niccoparo10 . Si inserisce all’interno di un progetto formativo più ampio come spiega Katia Senesi del Comitato Nazionale AIA e responsabile del progetto. #calcio #seriea #serieb #calciodilettanti♬ suono originale – deportivamentepuntonet
Riforma dello sport = Riforma dell’AIA?
La Riforma dello Sport ha avuto un impatto, secondo molti epocale, anche nell’AIA. In che modo? Sostanzialmente la base, l’ossatura dell’associazione stessa, ha l’opportunità di darsi una nuova veste ridefinendosi, con tutti gli obblighi e prerogative amministrative e finanziarie, in ASD, associazione sportiva dilettantistica. Una novità formale e sostanziale che di fatto trasforma il ruolo del presidente di sezione.
La minoranza del CN avrebbe sostenuto la necessità non procrastinabile di coinvolgere proprio i presidenti di sezione in questo processo per evitare una riforma, come spesso accade in tutti gli ambiti, calata dall’alto e correndo il rischio de “Dio vede e provvede”.
La vera domanda, però, è: questo upgrade della base dell’AIA, quali ripercussioni avrà nella struttura stessa dell’AIA? Può un’associazione così capillare sostenere un cambiamento di questa portata senza nessun tipo di riverbero sulla propria architettura associativa?
Arrivati a questo punto è innegabile che un vento si stia alzando all’interno dell’AIA. Saranno le prossime settimane a rivelare se si tratta di un vento primaverile che porta i semi di un cambiamento o una brezza che annuncia una tempesta.