L’eco dell’animata discussione al Comitato Nazionale straordinario dell’AIA del 29 Dicembre non si è ancora spenta mentre emergono alcuni dettagli sulle principali questioni sollevate dai componenti di quella che è stata definita la corrente riformatrice all’interno della governance dei fischietti del calcio italiano.
Uno dei temi più sentiti è quello dei compensi o rimborsi per gli associati.
Un tema spinoso, piuttosto noto per chi frequenta forum e chat degli associati, che si trascina dalla notte dei tempi e che vede non solo la tempistica dell’erogazione dei fondi segnare il passo ma quote al chilometro di rimborso ferma a 0,21 € dal 1992 (le vecchie 400 lire) quando le tabelle ACI oggi segnano almeno 0,48/0,50.
Rimborsi Arbitri, le tempistiche: unica certezza, data da destinarsi
Un dato emerso dal CN può rendere chiaramente l’idea del disagio: nell’anno sportivo in corso, stagione 2023/24, agli OTN (gli Organi Tecnici Nazionali) sono inevasi 16.630 rimborsi di cui 1.338 in liquidazione e 15.292 da controllare (alla data del 21/12/2023).
Un dato impressionante nel volume ma che forse non rende esattamente l’idea della dinamica.
Proviamo a pensarci: parliamo di qualche centinaia di arbitri (spesso giovani) che hanno diretto partite di LND o calcio a 5 Nazionale, che hanno sostenuto i classici costi di trasferta (trasporto, vitto e in qualche caso pernotto) e che vedono queste richieste di rimborso essere saldata dopo diversi mesi.
Si parla di anticipi di spesa che possono arrivare anche a qualche migliaio di euro.
Insomma, una gestione (a dir poco) inefficiente della quale Camiciottoli, Senesi, Marconi e Mazzaferro (i componenti della minoranza che hanno messo la questione sul tavolo) non erano neppure informati e proprio questo silenzio sembra sia stato il “casus belli”.
Spiegazioni? Come detto, quello della tempistica dei rimborsi è un problema che si trascina da anni (tutto passa dalla FIGC, non avendo l’AIA autonomia finanziaria) e la Riforma del Lavoro Sportivo ha portato qualche criticità costringendo alla contrattualizzazione di impiegati amministrativi con colpevole ritardo.
Ad oggi, dicono le fonti, si elaborano 400 rimborsi ogni 3 giorni, il che sottende che per arrivare ai circa 15.000 dovrebbero volerci almeno 2 mesi. Tempo nel quale si accumuleranno altri rimborsi in un circolo vizioso insostenibile.
0,21€/km da 30 anni…
Tutto qui? No, perché alla questione dei tempi certi dell’erogazione dei rimborsi, è stata aggiunta anche la non trascurabile problematica della quota chilometrica di rimborso, oggi ferma a 0,21€ (dal 1992, da “paese centraficano” cit. Luca Marelli).
Farebbe ridere se non fosse che migliaia di arbitri (ragazze e ragazzi) e osservatori ogni settimana fanno muovere il calcio sostanzialmente per un pugno di noccioline.
La questione dell’aumento della tariffa ad almeno 0,35 era stata posta sul tavolo federale il 31.10.2022 da Alfredo Trentalange e ripresa nel programma elettorale di Carlo Pacifici ma si è poi persa e proprio per questo ripresa nel CN straordinario del 29 Dicembre con una postilla decisamente severa. “L’aumento a 0,35 è ormai superato da un’inflazione galoppante – hanno tuonato dalla minoranza – è necessario aumentare sia i compensi forfettari che i massimali dei rimborsi a piè di lista. Se non ci sono i fondi, allora scelga la FIGC le gare che potranno essere arbitrate da arbitri AIA o dirette dai dirigenti delle due squadre. Possibili gare a rischio?
Il tema c’è ed è presente anche perché a questa caotica gestione dei rimborsi viene imputata anche l’alta percentuale di abbandoni di giovani arbitri e arbitre che vanificano i numeri positivi del doppio tesseramento che ha rimesso in moto il reclutamento dell’AIA dopo anni pericolosamente fiacchi.