371
Quando un fischio diventa una delle mete più importanti. Potrebbe essere questo l’incipit a questa storia di inclusione, redenzione ma anche, e soprattutto, di sport perchè svolgere la funzione di arbitro può diventare un potente strumento formativo ed educativo, come dimostra la storia di Klodian Bajraktari, riportata dal Corriere della Sera.
Klodian: da detenuto a direttore di gara
Klodian, 27 anni, albanese, non è solo un arbitro, ma anche un detenuto. La sua trasformazione da recluso a direttore di gara in una partita di rugby under 14 tra il Cus Torino e il Biella è un esempio di come lo sport, e in particolare il ruolo dell’arbitro, possa diventare un percorso di rieducazione e crescita personale (sul valore del ruolo arbitrale nei giovani ne abbiamo parlato con Daniele Pasquini e Franco Morabito).L’arbitraggio come scuola di vita
Arbitrare non significa solo fischiare falli o assegnare punizioni. Significa prendere decisioni rapide e imparziali, gestire la pressione e interagire con giocatori e allenatori. Queste competenze, acquisite sul campo, sono trasferibili nella vita di tutti i giorni. Klodian, ad esempio, ha imparato a gestire le tensioni, a prendere decisioni ponderate e a interagire con gli altri in modo costruttivo. “Prima reagivo anche per una sciocchezza, adesso mi piace stare in mezzo alla gente”, ha confessato al Corriere della Sera.
Il rugby è uno sport di valori