Daniele Garozzo, uno dei schermidori più decorati degli ultimi tempi, ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni agonistiche all’età di 31 anni, poco prima di compiere 32 anni il prossimo 4 agosto.
Nel corso della sua illustre carriera, Garozzo ha conquistato un’importante serie di successi: tra questi spicca la medaglia d’oro individuale ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016, seguita da un argento a Tokyo 2020 e un oro ai Campionati europei di Tbilisi 2017. Inoltre, ha contribuito a vincere quattro ori mondiali nel fioretto a squadre negli anni 2015, 2017, 2018 e 2022.
Ora, il campione olimpico si prepara a intraprendere un nuovo capitolo della sua vita, dedicandosi agli studi in medicina. Il testo su instragram con il quale annuncia il ritiro:
“E’ arrivato il momento di annunciare il mio ritiro dall’attività agonistica e sono tante le emozioni che provo.
È una decisione scaturita da circostanze al di là del mio controllo, il mio cuore si è “infortunato”, ma che accetto con serenità.
In tutti questi anni, ho avuto la fortuna di vivere una straordinaria avventura nel mondo dello sport, culminata con la vittoria di un oro ed un argento olimpico.
È stato un viaggio fatto di sacrifici, impegno e passione, gioie, soddisfazioni e amicizie che non avrei mai immaginato.
Ricordo come fosse ieri quando ho iniziato a praticare questo sport meraviglioso.
Se chiudo gli occhi mi vedo ancora nella palestra garage di Acireale a tirare milioni di stoccate contro un manichino, sognando un giorno di vincere le Olimpiadi.
Chi mi conosce sa quanto amo la scherma.
L’ ho amata con instancabile dedizione e con tutto il mio cuore, e l’ho impegnato tanto, ma tutto ciò mi ha portato ai risultati che avevo sognato.
Ora, nel chiudere questo capitolo della mia vita da atleta, sono grato per ogni momento vissuto e per le esperienze che mi hanno reso la persona che sono oggi.
Guardando al futuro, già da tempo avevo deciso di dedicare la mia vita professionale alla medicina, oggi con un obiettivo ancor più chiaro: studiare e divulgare le condizioni cardiologiche, spesso misconosciute, che possono affliggere la popolazione sportiva.
La mia esperienza personale mi ha mostrato quanto sia importante svolgere un’efficace opera di sensibilizzazione su queste problematiche per garantire una migliore prevenzione e un’ottimale gestione degli atleti di ogni livello.
Sono consapevole di essere il ragazzo più fortunato che io conosca.
Ho realizzato i miei sogni sportivi, ho viaggiato in tutto il mondo con amici straordinari e ho trovato la mia migliore amica e compagna di vita sulle pedane di scherma.
Tanti mi hanno aiutato lungo questo percorso, e vorrei ringraziarli tutti, oggi e come ho sempre fatto in passato.
Su tutti il mio Maestro Fabio Galli, che mi ha insegnato prima a diventare un uomo, poi un campione.
Anche se sulla pedana tutti vedevano solo me, eravamo sempre in due a tirare e prendere quelle stoccate“.